sabato 29 dicembre 2018

CALENDARIO 2019






GENNAIO
5 GENNAIO
ROMA
INFO: annapolin251@gmail.com


13 GENNAIO
MONTELUPO (FI)
INFO: alessandraliuni@outlook.it



20 GENNAIO
BERGAMO
INFO: GRAZIA 342 765 1736



FEBBRAIO
3 FEBBRAIO
MONTESPERTOLI
INFO: SEMINARIA - DARIO BOLDRINI TEL:337 673 820


MARZO

17 MARZO
LAGO D'ISEO
per info Irene Barbara: 3294331003



24 MARZO 

FIRENZE-JIVA
INFO: annapolin251@gmail.it-info@jiva.it
www.jiva.it


29 - 31 MARZO
BERGAMO
29 incontri individuali
30/31 incontri di gruppo
INFO: GRAZIA 342 765 1736



5 MAGGIO
MASSA MARITTIMA (GR)

INFO: alessandraliuni@outlook.it


domenica 28 ottobre 2018

2018


immagine di Malgorzata Chodakowska




APRILE

13 aprile  Roma
via Ruspoli, 8 zona piazza Ungheria-Parioli
per info:  Stefania 335 67 806 58



MAGGIO
12/13 maggio Bergamo
Sabato costellazioni individali - domenica intensivo di gruppo
info: Grazia 342 765 17 36


20 maggio  jiva- Firenze
inizio h 10
info: annapolin251@gmail.com



LUGLIO
1/8 luglio settimana intensiva in Calabria
per info: Mara 349 329 00 71


22 luglio  Bergamo
Sabato costellazioni individali - domenica intensivo di gruppo
info: Grazia 342 765 17 36



AGOSTO
5 agosto  jiva- Firenze
inizio h 10
info: annapolin251@gmail.com


SETTEMBRE
15/16 settembre Bergamo
sabato individuali,domenica intensivo di gruppo
info: Grazia 342 765 17 36


20 settembre Roma
inizio h 10
info: annapolin251@gmail.com
Stefania Mocali: 335 678 06 58


23 settembre Firenze
inizio h 10
info: annapolin251@gmail.com



OTTOBRE
27 ottobre  jiva Firenze
inizio h 10
info: annapolin251@gmail.com



NOVEMBRE
10 novembre Roma
info: Sara 347 913 97 20


17/18 novembre  Bergamo
sabato individuali,domenica intensivo di gruppo
info: Grazia 342 765 17 36


DICEMBRE

16 dicembre Via Trecento-Montespertoli
inizio h10
per info: annapolin251@gmail.com




venerdì 29 giugno 2018

CALENDARIO 2018







immagine di Malgorzata Chodakowska





GENNAIO

28 gennaio jiva- Firenze

info: annapolin251@gmail.com


FEBBRAIO
17/18 febbraio Bergamo
Sabato costellazioni individali - domenica intensivo di gruppo
info: Grazia 342 765 17 36



APRILE
13 aprile  Roma
via Ruspoli, 8 zona piazza Ungheria-Parioli
per info:  Stefania 335 67 806 58



MAGGIO
12/13 maggio Bergamo
Sabato costellazioni individali - domenica intensivo di gruppo
info: Grazia 342 765 17 36


20 maggio  jiva- Firenze
inizio h 10
info: annapolin251@gmail.com



LUGLIO
1/8 luglio settimana intensiva in Calabria
per info: Mara 349 329 00 71


22 luglio  Bergamo
Sabato costellazioni individali - domenica intensivo di gruppo
info: Grazia 342 765 17 36



AGOSTO
5 agosto  jiva- Firenze
inizio h 10
info: annapolin251@gmail.com




SETTEMBRE
15/16settembre Bergamo
Sabato costellazioni individali - domenica intensivo di gruppo
info: Grazia 342 765 17 36



21 settembre Roma
inizio h 10
info: annapolin251@gmail.com


23 Settembre Montespertoli (FI)
Agriturismo Tre Santi
info: annapolin251@gmail.com


OTTOBRE
27 ottobre  jiva Firenze
inizio h 10
info: annapolin251@gmail.com



NOVEMBRE
10 novembre Roma
info: Sara 347 913 97 20











sabato 26 maggio 2018

QUESTO




C'è una quiete che non ha più parole, che lascia andare, che lascia arrivare. Ha una radice profonda, nasce dall'aver attraversato la maschera, poco importa se propria o altrui. La maschera altro non è che il riflesso della bellezza che arranca per arrivare in superficie e appare al mondo con i suoi mezzi stentati, deformi, ancora ciechi. Non c'è nessun mostro, nessuna violenza, nessun tradimento, eppure chi ha attraversato vede bene, non si sbaglia, conosce alla perfezione la deformazione psicologica, il disequilibrio, l'anestesia. Ogni maschera dice a se stessa una bugia, non può fare altro, perché se vedesse la bellezza che l'origina, sparirebbe, diventerebbe uno con l'essenziale. La maschera ha il terrore di non servire più a nulla ed è questo l'errore fondamentale. Ogni giudizio o tentativo di cambiare la maschera non è che un ulteriore violenza, una lotta con ciò che è imprescindibile. Essere totalmente umani significa ripercorrere la corrente per accogliere nella propria forma difettosa e limitata la bellezza più sfolgorante che si possa immaginare. Un viaggio all'indietro come i salmoni. Arrivati alla fonte si depongono uova, la vita si libera, si ritorna nella linea della corrente. Facciamo nascere nuova vita abbandonando il conflitto che c'impediva di accogliere la maschera, propria o altrui. Non si chiede più nulla, ma si assapora la tenerezza per il limite umano che non può che essere così com'è. Le mani che hanno tanto tenuto la corda nel tentativo di gestire, di controllare, di avere, vedono nascere fiori proprio là dove l'attrito ha creato sangue. Si tace perché la luminosa ossatura del mondo precede qualsiasi analisi psicologica. Lo scheletro delle cose sostiene ogni manifestazione, anche la più deforme. Si sorride di fronte alla paura, tutto ciò che si è attraversato era il cuore dell'essenziale che voleva ricomporsi attraverso gli altri e le cose. La maschera e la bellezza giocano ad essere due e poi uno e poi di nuovo due. Non si viene più toccati, si tace, incapaci di spiegare, si dice solo: “Questo”, perché non sappiamo se ha davvero un nome.

lunedì 8 gennaio 2018

Il corpo è un diapason senza confini






Où que vous alliez, répandez l'amour. Commencez par votre maison : aimez vos enfants, votre épouse ou votre


époux, vos voisins...Que nul jamais ne vous approche sans repartir plus heureux.

Mère Teresa



Dovunque voi andiate spandete amore. Cominciate dalla vostra casa: amate i vostri figli, la vostra sposa o sposo, i vostri vicini.... Che niente vi avvicini senza ripartire più felice.

Madre Teresa






Dove comincia il corpo, dove finisce? Corrisponde all'immagine mentale che ne 

ho, oppure è diverso? Di cosa è costituito? Qual'è il suo confine? Non so 

rispondere a tutte le domande, l'unica risposta certa viene da dentro, da un

 sentire intimo e vasto prodotto dalla percezione fisica che nasce dalla 

profondità. Io credo che il corpo sia gioia, la sua forma indissolubile, costante, 

infinita, è la gioia. Questo sentimento non corrisponde all'euforia quanto piuttosto

 ad un intimità cosciente che appare qualche volta durante gli atti d'amore privi

di paura. Non è una gioia monocorde che rotola in sé stessa restando

auto-referenziale, è piuttosto un diapason al quale si accordano gli eventi della

vita e le emozioni che li accompagnano. Il corpo di gioia non è esclusivo, ma

 inclusivo, questo è ciò che permette che il dolore percepito da un altro essere

 umano venga riconosciuto. Aggiungerei che senza il riferimento a questo

 diapason nessun emozione può essere veramente percepita, noi esseri umani,

 impariamo grazie a dei riferimenti, ciò significa che una variabile diversa dello 

stessa “onda” viene accolta grazie ad un materiale già presente che

 permette l'identificazione. In parole semplici, si può dire che la gioia è una sorta

 di cartina tornasole per tutte le altre emozioni prodotte nel corpo, essa è

 presente nel dolore, nella rabbia, nella paura, è la base profondissima e segreta

 racchiusa in ogni manifestazione emotiva. Con la parola “segreta” non intendo

 parlare di nulla di inarrivabile, quanto piuttosto di un'esperienza che

ha bisogno di essere ben esplorata per poter essere compresa e portata nella

 vita di tutti i giorni. A cosa serve la gioia? Fondamentalmente a nulla. È l'esistere

 che si manifesta. Esplorare la fonte porta con sé un grande vantaggio. Nel 

momento in cui si è sperimentato profondamente che ogni emozione dolorosa

 riconduce alla gioia, allora accade che difronte ad un altro essere umano non si

 ha più bisogno di difendersi e neppure di fronte a se stessi. Abbiamo spesso

 paura delle emozioni degli altri perché sono un riflesso delle nostre parti 

inesplorate, parliamo di “energie negative” o di essere invasi, oppure abbiamo

 una reale sensazione fisica di stanchezza a contatto di chi attraversa qualcosa 

di difficile. La liberazione accade quando non vi è più alcun dubbio sulla gioia, 

essa è presente, come una realtà indiscutibile quanto ordinaria. A quel punto

qualsiasi emozione personale, o di altri, diventa un suono che si accorda al

 diapason profondo del corpo. Come si può temere il dolore, la rabbia, la paura

 quando si è sperimentato che sono emanazioni prodotte dalla gioia ? Quando si 

è scoperto che la musica è un insieme di suoni infinitamente composti che 

sempre parlano del silenzio?







sabato 9 dicembre 2017

Il patto masochistico con sé stessi













Spesso le persone che vivono un certo successo sociale hanno come controparte interna un vero e proprio disastro emozionale. A queste persone le conferme esterne servono per evitare di vedere se stessi, ne hanno il terrore. Vedere lo spettacolo disarmonico che appartiene ad ognuno di noi è il lavoro di una vita. Chi non penetra nel proprio buio agisce all'esterno la disumanità interiore, raccontandosi una bella storia per giustificare le proprie azioni. Per chi è in un cammino d'onestà incontrare persone così è fondamentale. Per un lungo periodo si tratta di crescere attraverso la relazione: il buio dell'altro permette di vedere il proprio, di liberarlo compassionevolmente, di penetrare sempre più in profondità. Accade però ad un certo punto qualcosa che non ci permette più di evitare la verità fondamentale: la cosa che temiamo di più siamo noi stessi. Rifuggiamo la bellezza che siamo, la percepiamo come un fuoco pericoloso. A forza d'incontri che attraversano il buio, a forza di onestà, si arriva a spezzare il patto masochistico con se stessi. Allora accade che ciò che si è, si libera. Non è più possibile la mancanza di verità, la gioia dell'essere reclama se stessa, in modo autentico, semplice, potente. Da quel momento in poi è possibile relazionarsi all'altro solo nell'autenticità, poco importa se cupa o luminosa. Chi cerca di vendere una menzogna viene spontaneamente eliminato, ci pensa la vita. Non c'è più voglia di perdere tempo, la vita è breve, tenera, dura, intensa. E' meravigliosa. Non c'è più voglia di ascoltare favole, nè di dire si ai cantastorie perché c'è qualcosa di più grande e straordinario: la realtà così com'è.

venerdì 28 aprile 2017

CI SONO MESTIERI





Ci sono mestieri che ci cercano negli anni, ci aspettano presentandosi in forme nascoste. Ci sono lavori che sfuggono alla logica corrente sebbene siano resi possibili proprio da quest'ultima. Ci sono percorsi, analisi,  studi ed esperienze, che si accumulano per arrivare a concentrarsi in unico punto, punto che diventa una sorta di tracimazione. Lavorare con un altro essere umano, capendo nel corso di un'intera vita cosa significa, è il mio mestiere. Mi ha cercato lui,  mi ci sono avvicinata di lato, poco convinta delle tecniche, dei risultati, del mio stare. E' un mestiere che mi ha voluta nel corso degli anni,  un innamorato timido a cui ho sempre risposto "Ni". Poi, grazie al tempo e alle esperienze, mi è accaduto qualcosa dentro e all'improvviso mi sono resa  conto di avere tra le mani una poesia, la più potente che possa capitare: lavorare con un altro essere umano, accompagnarlo, farsi incantare, innamorarsi della sua complessità, dare, ricevere. Ora so che faccio il mio mestiere per un solo motivo: ho gusti difficili, ho scelto la scrittura  più vera, profonda, audace, ritmica, che esista. Gli esseri umani che incontro sono parole ultime perché oltrepassano costantemente il ronzio del dicibile. Slanci improbabili e imprevedibili, curve verso oscurità che strutturano, lievità dietro al fondo del fondo, corse senza fiato,  silenzi d'altopiano. Amo il mio mestiere di un amore che ha oltrepassato la mia parte piccina che non sa tenere nulla per sé. Lo amo in maniera egoistica, vitale, perché ogni scrittura vivente che incontro, m'impone una danza privilegiata che pochi altri esseri umani possono vivere con la mia frequenza. Ogni percorso di "crescita" ( che frase abusata), ha una caratteristica insostituibile per definirsi tale, per poter andare da qualche parte: essere insieme. Intendendo con questo termine il cercarsi nell'autenticità, ovvero in ciò che è "salvo" da sempre. E' un battito il mio mestiere, un ritmo unico, un diapason a cui ci si accorda, è un privilegio quello di danzare sempre la stessa danza in mille forme diverse. La parola "insieme" deve il suo etimo a "Sama"  che significa : "che valgono lo stesso " ed anche "simultaneo". Non si potrebbe andare da nessuna parte nel mio mestiere se non si partisse dal presupposto che si è uguali, non si potrebbe danzare senza l' esperienza della simultaneità.