lunedì 7 aprile 2014

ADERIRE









A volte capita d'incontrare faccia a faccia qualcuno, a volte questo qualcuno è uno sconosciuto, eppure la profondità dell'incontro oltrepassa qualsiasi standard di sicurezza ponendoci in uno stato d'improvvisa vulnerabilità. Si potrebbe dire che ci s'incontra " pancia a pancia," eventualità che mette in difficoltà le convenzioni sociali a cui siamo abituati. Incontrarsi "pancia a pancia" mina trasversalmente la distanza considerata giusta tra me  e gli altri. D'un tratto i ruoli esplodono, l'imbarazzo dell'intimità si sbriciola nella discesa verso la vulnerabilità che condivido con l'altro, altro che non ho mai visto, ma che all'improvviso condivide ciò che ho di più essenziale. Di fronte a queste situazioni spesso accadono catastrofi annunciate, ma in qualche raro caso una sorta di grazia conduce verso una trasformazione. L'incontro diventa il viaggio dell'essenziale che risale in superficie, ad ogni passaggio saltano le abitudini messe a protezione dell'incontro, le due identità diventano sconosciute, l'altro e me stesso. Già, perché ciò che è vitale è l'inaspettata scoperta di un luogo misterioso che si condivide all'improvviso senza averlo scelto, uno spazio in cui si è ontologicamente uniti all'altro prima ancora di conoscerlo. E' il più rischioso degli incontri, niente a che vedere con i giochini tanto in voga tra gli erotomani finto - audaci, in questi tempi di anestesia emozionale la nudità dell'essere è il più potente ed il più rischioso degli appuntamenti. Il massimo della tenerezza ed il minimo di rassicurazione. In queste situazioni c'è chi fugge a gambe levate non appena scopre che l'altro ha qualche caratteristica difficile ( è fidanzato, è povero, non è giovane come appare, ha un cattivo carattere, ecc..). In altri casi ci si butta a capofitto in quest'incontro distruggendo le caratteristiche che impediscono di procedere ( è fidanzato, è povero, non è giovane come sembra, ha un cattivo carattere, ecc..). Entrambe le attitudini sono destinate a fallire, poche persone riescono a comprendere ciò che è veramente in gioco e ancora meno accettano di restare esattamente dove sono: nella nudità dell'essere. Là, può nascere un occasione rara quanto difficile: l'adesione ad ogni emozione, ad ogni verità, che si nutre e si libera grazie alla relazione che si priva dei suoi stessi filtri. Ontologicamente uniti.  Scoprirlo è una stranezza imbarazzante per il vivere corrente. Nella nudità unica si polverizzano convenzioni sociali elette a barriera dell'unione stessa, unione che in realtà c'è sempre anche se non ce ne accorgiamo o fingiamo di non accorgercene. Se comprendo davvero l'incontro, se lascio guidare ciò che è autenticamente spontaneo, ne uscirò cambiato, probabilmente molto più libero. Osando corro il rischio di diventare una persona che aderisce alle cose della vita per come sono, senza protezioni. Posso permettermi il lusso di non avere paura degli eventi, qualsiasi essi siano. Incontri così sono il più difficile e ed il più vitale dei traning emozionali. L'assenza di paura è la forma più profonda di libertà e la libertà è la qualità essenziale dell'amore. Nella nudità dell'essere è l'amore il regista, il conduttore e l'esecutore, un amore senza filtri.. Certamente tale visione fa paura soprattutto per un motivo che si può sintetizzare in una domanda:  la vita di coppia che posto ha in tutto questo?  La risposta è semplice. La vita a due contiene diversi gradi d'amore, più  è profondo, più c'è libertà, libertà da se stessi e dalle proprie paure. Nel grande gioco umano degli incontri la coppia è solo una delle possibilità, l'amore, pur di trovare sé stesso, oltrepassa anche questa convenzione, nello stesso tempo non la esclude. E' una scelta personale, assolutamente non giudicabile vivere in un modo o in un altro, amore e stabilità sono valori uguali, l'essenziale è ovunque, ciò che fa la differenza è accorgersene. Ciò che è reale  e liberante è seguire la propria natura, ci sarà allora chi correrà sulla lama di un coltello perché è nato per quello e chi starà bene nella ripetizione dei giorni e delle cose, ed anche chi avrà la sfrontata fortuna di aver osato così tanto da potersi sentire bene sia nella stabilità che nell'esistere estremo e senza sponde. Nessuno può giudicare la vita di un altro, ognuno fa quello che può con se stesso e con la propria esistenza. E allora qual'è il senso di questa scrittura? E' quello di far luce su un modo raro di vivere in un epoca in cui la massificazione dei sentimenti e delle emozioni toglie peso al vivere in coscienza l'altro e sé stessi. Non c'é niente da apprendere da chi si lascia toccare da uno sconosciuto, da chi accetta d'abbandonarsi ad un viaggio folgorante e pericoloso, egli non ha scelta, è la sua natura che si rivela, che cerca  la strada per esistere liberamente nel mondo, ma è importante sottolineare che è un viaggio che avviene in piena coscienza, questa è la sua forza. L'importante è leggere ed aderire, lasciarsi fare da ciò che c'è dietro la scrittura, che racconta di un mondo dove più realtà possono coesistere, dove è possibile allargare il proprio essere perché qualcosa ha oltrepassato il giudizio. Stare, aderire, esistere, oltrepassare il limite, qualunque esso sia. Essere liberi di sentire, liberi di essere. Scoprirsi in piena sicurezza grazie a ciò che è totalmente sconosciuto.