mercoledì 2 gennaio 2013

Gioia









Vous devez être un peu fêlé pour laisser passer la lumière

Dovete avere delle crepe per far passare la luce



Ci sono delle fessure che ci attraversano come piccoli movimenti che destabilizzano poco la struttura che ci appartiene. Altre volte delle profonde crepe minano alla base la personalità, in quei casi ci vuole tempo per superare le resistenze, siamo obbligati a fare un viaggio all'interno delle fessure facendoci condurre dalla materia che cede e si modifica d'istante in istante. Ciò che rallenta il viaggio è un pensiero che s'impone più forte degli altri: " la realtà è ingiusta, le cose non sarebbero dovute andare cosi'". Ogni volta che la visione della realtà viene percepita come un male stiamo bloccando il viaggio, ci percepiamo differenti dalla materia in movimento, entriamo nell'illusione cercando di controllare l'esistenza. Nessuno può controllare gli avvenimenti, niente può evitare l'impatto con la realtà della vita, la nostra potenza nasce e si sviluppa grazie all'incontro con ciò che è al di là del nostro controllo.. la crepa modifica la struttura, un presentimento s'insinua nello spazio vuoto, la coscienza comincia ad attraversarci. E' importante comprendere che non esiste un modello corretto adatto a tutti, ognuno di noi ha la sua forma e la sua evoluzione, ma c'è un elemento che può aiutare il processo d'impatto con la vita: la gioia. Cos'è la gioia? Come arriva? Si può vivere senza? Guardando l'etimologia greca della parola si osserva  che il significato corretto  può essere definito come :"movimento dell'anima ben accordato alle cose"1. In latino la parola gioia assume  il significato di gioiello. Dove abita in noi questo gioiello, in quali occasioni lo sfoggiamo? Quando resta dimenticato in un cassetto ? Come possiamo vivere la distruzione e la gioia? Non sono forse antagonisti? Si, per la nostra testa non c'è dualità più grande  che tra bene e male, tra piacere e dolore.. ma anche questo è un tentativo di controllo illusorio perché là dove c'è la crepa nasce il sentore di un altro modo. Ritornando all'etimologia della parola gioia ci si riferisce ad un movimento ben accordato alle cose, ossia a qualcosa che fluisce facilmente,  qualcosa che non ha in sé il pensiero:" la realtà è ingiusta." Un movimento ben accordato ha in sé la forza di essere tutt'uno con la crepa che sta distruggendo. Questo non vuol dire farsi divorare dalla depressione o dall'inerzia di fronte ad un fallimento emotivo o finanziario, ma agire senza porre limiti al possibile, significa osare andare al di là della nostra concezione del bene e del male, vuol dire  essere sé stessi senza sapere in anticipo chi siamo e cos'è la realtà, significa giocare accettando d'illuminare un po' di più la vita e le relazioni che ci attraversano. Indossiamo dunque il gioiello, all'inizio timidamente, dubitando,  sprofondando nella tristezza e nella paura, poi dimenticandosi d'averlo al collo perché non abbiamo più bisogno di alcun ciondolo per evitare la paura di vivere.






1) Maria Luisa Gatti, Etimologia e filosofia, V&P Milano