giovedì 15 settembre 2016





IL MOVIMENTO ASCOLTA LA BELLEZZA

Giornata di pratica con David Gaillard e Anna Polin accompagnati dal musicista Luigi Mattiello.
Riunirsi per essere insieme, lasciar vibrare il silenzio tra amici. Vibrazione, luce, Spazialità. Esplorare il corpo nell'immobilità apparente, tattilmente, abbandonarsi alla danza, ascoltare la musica. Ascoltare con tutto il corpo. Ascoltare il silenzio.

La parte essenziale dell'arte è dunque una specie di yoga, noi consideriamo qualche volta l'artista come uno yogi. Spesso, prima di cominciare la sua opera, egli celebra dei riti specifici destinati a spegnere il lavoro della volontà cosciente e a mettere in libertà le facoltà soggettive.
Charles Vachot





Se non si studiano le cose con un 'imparzialità piena d'amore, ciò che si pensa, non vale la pena di essere detto.

Goethe









INFORMAZIONI PRATICHE: 



orari: inizio h 10 - fine 18.30/19







lunedì 5 settembre 2016

IL POSSESSO E LA FARFALLA



Hai mai preso tra le dita una farfalla? E' una sensazione inaspettata. Sembra di toccare la seta. Si dice che se tocchi le ali della farfalla non vola più, ho vaghi ricordi di qualcuno che dice: “gli togli la polverina.” Non lo so se è vera la storia della polverina, ma di certo le uniche farfalle che io abbia mai preso in mano erano morte. Credo che il possesso di un altro essere umano nelle relazioni affettive sia come prendergli la polverina. Esistono persone che cercano disperatamente di afferrare il volo imprevedibile e del tutto naturale della farfalla. Le ragioni per cui lo fanno risiedono nella mancanza di lucidità rispetto al movimento naturale delle cose, movimento che appartiene anche a loro stessi, ma che è stato dimenticato. Alcune volte accade che le farfalle vengano catturate ed è tristemente ironico il modo di dire comune: “sali da me che ti faccio vedere la mia collezione di farfalle.” Non sembra un inizio promettente guardare insieme le ali spiegate di una farfalla trafitta da uno spillone, ma è quello che accade più spesso di quanto si immagini. Le farfalle non rappresentano le donne, ma piuttosto il femminile, ovvero la parte della vita che si muove secondo natura. Anche le donne, a volte, conservano gelosamente la loro collezione trafitta da spilloni, il femminile è un elemento davvero raro nella nostra cultura. Credo che la cosa più bella che possa accaderci nella vita è essere noi stessi, cosa banale e difficile da comprendere perché “noi stessi” vuol dire tutto e niente. Forse lo si potrebbe definire come il diventare spontanei, ovvero perfettamente in sincrono con i propri pensieri, le proprie emozioni e i propri istinti. E' “se stesso” chi non costruisce un film tra sé e il mondo, ma è il mondo, nel senso che ha integrato la profonda connessione con l'essenza di ogni persona e di ogni cosa. Una persona così non ha bisogno d'inventare qualcosa di diverso da quello che c'è, sarebbe un' azione incomprensibile, perché inventare quello che c'è già? L'assenza d'invenzione ( il termine tecnico è proiezione), porta a liberare l'energia impegnata precedentemente a costruire il film.. ed allora accade il miracolo: quando non s' immagina si vive con la totalità di se stessi ogni attimo, ogni realtà, ogni sentire. Cosa c'entra tutto questo con le farfalle? Questa mattina ho trovato una farfalla morta sul mio pavimento, l'ho presa tra le dita per posarla tra l'erba. Il suo tempo era finito e la fortuna ha voluto che sia accaduto nella mia cucina. Ho potuto sentire la seta della farfalla. Era di una sensualità leggera e profondissima. Ho compreso la sua natura e attraverso di lei ho percepito quanta follia c'è nel tentativo di afferrare o limitare il suo volo. Non si può controllare lo spontaneo. Quell' insetto così leggero era così potente perché era ciò che doveva essere. Una verità così semplice è difficile da applicare tra essere umani che girano con degli spilloni in tasca, ed è curioso che le puntine più acuminate siano spesso legate alla parola “amore”. La natura della farfalla non si può afferrare, è. Nessuno spillone potrà mai fermarla. Questa è, per fortuna, l'unica realtà.
Dedicato al fenomeno dello stalking e a chi non ricorda più d'avere la polverina nel cuore.

giovedì 7 aprile 2016

LA STRUTTURA DELLE COSE



P. Coletta L'essenza del volo '09



Quella catena che ti stringe da una vita, quella colonna d'acciaio della cella in cui ti senti rinchiuso, quella ripetizione complessa attraverso cui si scrive la tua vita, guardala. Incantati nell'osservare i riflessi arcobaleno sull'acciaio, osserva come cade la luce sulla serratura, nota come tace ogni cosa se guardi davvero. Stai osservando il tuo scheletro, la forma della tua vita, ciò che sei e ancora rifiuti credendo che debba essere diverso. Incantati di fronte al riverbero, accorgiti della  trasparenza dell'acciaio, guardalo come si guarda la luce. Esiste una luminosità leggera che abita ogni struttura, si chiama certezza, ma anche radice, ed è l'essenza del volo. Guarda bene ciò che chiami "prigione", è l'ossatura delle tue ali.

martedì 19 gennaio 2016








DIAPASON E INDEGNITÀ
Molta parte del lavoro di uno psicoterapeuta o di un counselor consiste nell'ascoltare ciò che un paziente considera indegno. Per qualcuno può essere un difetto fisico, per altri una fragilità emozionale, oppure un vissuto traumatico. È affascinante contattare il castello costruito a difesa della propria "indegnità". Quando si ascolta si crea una sorta di relazione silenziosa in cui ciò che è attivo non è il messaggio delle parole, visto che chiunque evita di toccare il cuore della propria indegnità e lo fa chiacchierando del nulla, oppure presentando subito la propria parte "cattiva" come un problema da analizzare. Ciò che si attiva è una sorta di accordo comune che si orienta verso il diapason del reale. Se le difese lo consentono si arriva velocemente ad esplorare la violenza nascosta, la fragilità, la rabbia, ovvero quel corredo emozionale che non respira da anni e di cui ci si vergogna. La vergogna viene spesso definita l'emozione ultima riferendosi alla sua funzione di spartiacque: c'è una parte di noi che esponiamo alla luce con cui affrontiamo il mondo ed un'altra che nascondiamo. La vergogna è il limite tra una parte e l'altra. Una volta superato il confine ciò che accade è sorprendente. Ci si rende conto che nulla è indegno. È un capovolgimento profondo dello stare al mondo, una vera rivoluzione silenziosa che accade semplicemente perché non si ha più nulla da nascondere, ovvero, l'impulso della vergogna ha diminuito la sua forza e questo semplice fatto ricrea un universo in cui bene e male, giusto e sbagliato, degno e indegno, assumono un valore relativo. Si sperimenta allora un mondo abitato dalla vibrazione silenziosa che muove il corpo e tiene in vita. Ci si accorda al diapason della realtà in cui ogni cosa è com'è, cioè neutra, ciò che la rende aliena o, pericolosa e distante, è il giudizio, ovvero un accordo stonato.