scultura di Mauro Franchi
In questo post desidero liberarmi dal
vestito di dottoressa e scrivere come donna che desidera condividere
il proprio percorso più personale. Scrivendo queste parole penso sopratutto alle donne perché
impellente e necessaria è la spinta del femminile in questo secolo.
Non sto a fare un'analisi storica o psicologica della condizione
femminile, ma è chiaro che mai come in questi anni la donna ha la
possibilità e la coscienza di scoprire la propria parte mancante,
che non è un principe azzurro, ma una primordiale intensità
presente nella sua sessualità. Esiste un filo antico e mai del tutto
spezzato che continua nel tempo nonostante secoli di d'annientamento,
di disordine, d'adattamenti obbrobriosi, mai come ora si ha
l'occasione di valorizzare ciò che è tipico del femminile, di
portare alla luce la coscienza ancestrale che passa attraverso il
corpo restituito all'eros. Si perché eros e corpo sono tutt'uno ed
entrambi sono superati da se stessi. Corpo ed erotismo sono
l'incarnazione dell'amore e nello stesso tempo non sono che strumenti
perché ricordiamoci che è il corpo ad essere messo in risonanza
dall'intensità dell'esistenza, il contrario non esiste. Eros e agape sono
uno intrecciato all'altro, solo la mente può dividerli, ma per il
corpo sono la stessa cosa. Non c'è in questo post nessuna avversione
verso il maschile, anzi, l'uomo è la controparte esaltante di eros,
ma credo che ci sia un'urgenza tutta femminile di riscoprire la
propria ombra sepolta da secoli di convenzioni e adattamenti, la
parte oscura del femminile è sempre istintiva, erotica e aggiungerei
una parola che fa paura: potente. E' l'intuizione di tale potenza che
ha provocato e provoca la violenza, la paura, la banalizzazione da
parte di entrambi i generi. Ciò che è potente viene temuto se è
sconosciuto, l'unica via è portare alla luce e condividere. E' una
grande opportunità scoprirsi donna tra altre donne, diventare
consapevoli attraverso lo specchio, e poi aprire al maschile portando in dono la coscienza, mettendo in gioco ciò che forse c'è
di più prezioso, un corpo erotico che supera se stesso e s'annienta
nella gioia.