martedì 24 aprile 2012

l'infelicità rende morali





foto di Sylvaine Vaucher

Ridere.

C'è un punto, un momento dolcissimo in cui qualcosa di noi cede, il corpo, meravigliosa energia,  riprende il suo posto regale. Non è un solo istante, non è un passaggio definitivo che ci rende salvi  senza ritorno, è un andare e venire, un'altalena ai cui estremi dondolano le idee su  noi stessi e sul mondo, immagini che giocano con noi, alleati provocanti che ci conducono verso l'essenza. Colpa, dovere, sono gli occupanti delle estremità, al centro dell'equilibrio la coscienza  agisce nel presente, nel piacere.
Cosa accade quando l'altalena si ferma ? Cosa accade quando l'equilibrio permette agli occupanti delle estremità di scendere dal sedile? Succede qualcosa di meraviglioso, ci si accorge che ci sono tantissime altre persone intorno, che ci sono altri giochi che posso sperimentare... e si ride.. il re esprime se stesso, il corpo si siede sul trono dell'esistere. Ridere, lasciarsi attraversare dalla gioia in vibrazione che siamo, è essere adulti! Non lo sapevo, non l'avevo veramente capito, credevo che diventare grandi fosse essere sommersi dalle responsabilità, mi pareva sano il senso di colpa di non riuscire a fare tutto. Quasi godevo nella sensazione di restare in situazioni affettive prive di vita, ma rassicuranti.. poi una risata che non ha fine, che continua anche se non rido più. E' qualcosa  al fondo dell'essere che  si manifesta per onde di risonanza e intensità. C' è una grande umiltà perché mentre rido mi accorgo che non ci ho capito proprio nulla.. ma è così dolce esistere.. e la dolcezza è un miele più profumato del sapere..


Attenzione nuovo indirizzo: lecostellazionifamiliari.altervista.org 




martedì 3 aprile 2012

Costellazioni / Prendere la madre



foto Marco Fazzolli



“Si può guarire solo ciò che si può sentire.
E. Pizzi



Cosa vuol dire “prendere la madre”?
Cosa s'intende nelle costellazioni familiari con questa frase?
Cosa comporta nella nostra vita avere o meno una relazione fluida con la madre?

Per capire bene ciò di cui stiamo parlando dobbiamo considerare un bambino appena nato. Esiste in lui una forza di vita che lo porta a succhiare il seno materno, è il primo istinto di “autoderminazione,” è un impulso vitale fortissimo. La capacità di succhiare il latte, di deglutirlo, di calmare la fame, è un movimento che lascia una traccia profonda nell'essere umano. Il movimento delle mandibole, della lingua, dell'intero corpo del neonato, è qualcosa di viscerale che determina la sua vita. Immaginiamo che l'atto del succhiare sia per qualche motivo  difficile a causa di una malattia della mamma, un problema nel parto, una difficoltà neonatale. L'istinto del succhiare non sorge, o se c'è, viene vissuto nella difficoltà. Si crea una prima forma d'isolamento. Il nutrimento diventa qualcosa di staccato, che comporta una complicazione. Ecco la prima importante sovrastuttura che impedisce di “prendere la madre”, di attivare in se stessi una partecipazione attiva, gratificante, verso l'esistenza. Da questo momento possono susseguirsi una lunga serie di piccoli “incidenti” che allontanano il bambino dal piacere di essere visto e nutrito. In altri termini si crea un muro tra l'essere umano e la normalità di ricevere e donare accudimento e piacere. La volontà di osare si richiude sempre più dentro, lo scambio diventa esiguo e stentato. Da adulti ci si ritrova con dei problemi apparentemente senza causa che complicano la vita. Un senso di aridità materiale ed emotivo s'instaura, allora cominciamo a fare della terapia e nel nostro percorso puo' darsi che incontriamo il metodo di Bert Hellinger. Le costellazioni non sono migliori di altri sistemi, ma se esiste un' affinità con questo metodo, il cambiamento è veloce. Esattamente come in altre tecniche ci si riconnette con quel punto della vita in cui il flusso si è interrotto. Non sempre la causa è individuabile, ma ciò che diventa evidente è il sentire. Tutto ciò che è nascosto e non detto viene alla luce. Inizia il processo della guarigione, riconosco e mi lascio attraversare da quella marea di emozioni e ostacoli che mi hanno impedito di vivere. Vado con il movimento, lascio fare ad un flusso che attraversa la ragione e nello stesso tempo la supera. Dopo la costellazione mi accorgo che piccole cose cambiano nella vita, la semplice presa di coscienza del mio reale sentire, ha mosso il quotidiano. Stiamo riaprendo la porta alla madre, alla corrente benefica che proviene dalla riconciliazione profonda con la persona fisica ed il suo archetipo. Si apprende a lasciar fare, a riconoscere il lascito che non ci appartiene e quello che invece è nostro per nascita. Si restituiscono alla persona fisica le emozioni, il destino e le credenze che le appartengono, e  ci riappropriamo dell'unica eredità a cui abbiamo diritto: la vita.